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Google Wave: 15 inviti a disposizione

google_waveVelocissima comunicazione di servizio, ho ancora 15 inviti per Google Wave, chi li desiderasse è pregato di lasciare un commento a questo post 🙂

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Fine del Brand 2.0: è nato il Brand U.0

Ho guardato questo video per tre volte. Di seguito. David Armano parla del personal branding in modo semplice, chiaro, efficace. Una bella lezione, soprattutto per me che cerco ogni giorno di studiare questi fenomeni in continua evoluzione.

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Twitter is down (ancora)…

UPDATE 19.19: il servizio è stato ripristinato

Pochi istanti fa ho provato a fare un update del mio status su Twitter.
Queste sono le schermate che mi ha restituito il browser

twitter down 1

twitter down 2

Cosa sarà successo questa volta?  Ma, cosa che mi interessa maggiormente, quando il servizio tornerà attivo?

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Friendly URL di Facebook: mission accomplished

https://www.facebook.com/matteogalli

E’ stata dura alzarsi di sabato mattina alle 6 per conquistarsi un URL Friendly di Facebook decente. E’ stata dura ma ce l’ho fatta!

Basta cazzate, la verità è un’altra: non sono certo di quelli che ha puntato la sveglia alle 6 del mattino (di un sabato mattina, per giunta) per compiere questa tanto attesa operazione. Anzi, ad essere sincero, mi era totalmente passata di mente fino a quando ho passato in rassegna i feed quotidiani e aperto il mio client FriendFeed.
Calcolando che su Facebook, al momento, risultano registrate 265 a nome Matteo Galli la consideravo un’impresa impossibile fino a 20 minuti fa.

Con molta sufficienza, quindi, sono andato nella pagina dedicata alla creazione dell’URL del proprio profilo già pronto a dovermi inventare chissà quale nickname.
Ho provato, così tanto per fare, a digitare matteogalli.

Sorpresa! Username libero.

Un sincero ringraziamento a gli altri 264 omonimi che questa mattina hanno fatto altro 🙂

Ps. mi avevano già fregato il nome di GMAIL, almeno quello di Facebook lasciatelo scegliere a me, eh!

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I 9 comandamenti del provetto networker

networkSfogliando quotidianamente i miei feed trovo questo interessantissimo post sul blog di Luigi Centenaro che, adoperandosi in un’utilissima traduzione da Guy Kawasaky, ripropone le 9 regole per un perfetto Networker, cioè colui che ritiene la rete di contatti fondamentale per la propria attività.

Ho provato ad inserire qualche piccola considerazione personale tra le linee.

Ecco, dunque, le nove regole:


  1. Capire l’obiettivo. Darcy Rezac nel suo libro, “The Frog and the Prince“, ha scritto la miglior definizione del mondo del networking: “Scopri quello che tu puoi fare per gli altri”. In questo concetto risiede l’80 per cento del lavoro: i grandi Networker vogliono sapere cosa possono fare per te, non quello che tu puoi fare per loro. Se capisci questo, il resto è automatico.

    Punto fondamentale: inutile cercare contatti se non si hanno le idee chiare. Un contatto senza un’intenzione definita alla base è un contatto sprecato.


  2. Esci fuori. Il Networking è uno sport analogico, di contatto. Non puoi farlo da solo via telefono o computer dal tuo ufficio. Magari li odi, ma sforzati di andare alle fiere, alle convention, ai seminari. E’ difficile che tu chiuda un grosso ordine con qualcuno che hai conosciuto solo online su MySpace o Skype. Esci e vai a stringere mani!

    Per quanto la Rete possa essere uno strumento di gestione efficace delle relazioni niente è sostibile ad un punto di contatto fisico, “analogico”. Una stretta di mano è sicuramente più coinvolgente di un “follow” su Twitter o di un “Subscribe” su FriendFeed.


  3. Fai delle buone domande e poi chiudi la bocca. Il marchio di un buon conversatore non è quello di parlare tanto. E’ quello di far parlare tanto gli altri. Così i buoni Networker sono bravi ad ascoltare, non a parlare. Fai domande leggere tipo: “Cosa fai?”, “Da dove vieni?”, “Come mai a questo evento?”. Poi ascolta e stai zitto: ironicamente sarai ricordato come una persona interessante!

    E’ consigliato abbandonare la logica “broadcast” quando si vogliono creare relazioni. Tutti sono soggetti, e tutti hanno qualcosa da dire. Occorre essere equilibrati, altrimenti si rischia di trasformare le conversazioni in interrogatori.