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Lavoro Social network

I Social Network causano depressione nei teenager

Confidare i propri sentimenti in Rete porterebbe ad un aumento di ansia e di depressione negli adolescenti. Queste le conclusioni di uno studio condotto da un team di ricercatori della Stony Brook University di New York.

web 2.0L’analisi è stata condotta in due diversi step: durante la prima fase sono state intervistate 83 teenager con età media intorno ai 13 anni con domande atte ad anlizzare la quantità di tempo passata in Internet a comunicare con gli amici. In particolar modo si è voluto osservare quale percentuale di questo tempo venisse utilizzata per confidarsi rispetto alle proprie situazioni sentimentali. La seconda fase dello studio è avvenuta ad un anno dalla prima, in cui i ricercatori hanno analizzato le eventuali evoluzioni, sottoponendo le teenager ai tipici test per la determinazione dello stato depressivo.

I risultati sembrerebbero evidendiare una stretta correlazione tra la quantità di tempo passato in Rete a confidarsi e l’aumento dei sintomi che possono indurre a depressione. Rischio sensibilmente amplificato dalla continua affermazione di piattaforme di Social Network, i blog e dall’uso massivo di IM.

Considerato che i fenomeni che vedono il Web protagonista male si sposano con le mezze misure,si potrebbe pensare che il passo tra esaltare il Web 2.0 e demonizzarlo come causa di patologie croniche è assai breve.

A mio avviso questo studio dimostra come ci sia un uso distorto dei Social Network e degli strumenti di comunicazione in Rete. Da una parte la questione è lato user: gli adolescenti sono forse un po’ troppo tecnologicamente “immaturi”, usando questi strumenti come lavagna su cui tracciare le evoluzioni della propria intimità, esponendole senza riserve al pubblico dominio. La personalità di alcuni di loro, forse ancora troppo fragile, potrebbe essere lasciata in balia di consigli e raccomandazioni di chiunque, con la conseguenza di uno smarrimento della propria identità

Generalizzando il discorso, ritengo che i Social Network siano nati e sviluppati per comunicare, condividere, intessere relazioni. Alcuni mettendo al centro i contenuti (YouTube, Last.fm, Flickr) altri concentrandosi sul profilo vero e proprio delle persone che li popolano (FB, Badoo, LinkedIn). La “socialità estesa” (termine con cui definisco le possibilità di comunicazione offerte dai Social Network) non include necessariamente l’esposizione totale della persona, ma si limita ad abilitare gli individui ad entrare in contatto tra loro, scambiarsi idee, condividere esperienze e tessere nuove relazioni.

Senza dubbio queste piattaforme permettono alle persone di rivelare qualsiasi informazione di se stesse, tanto da costruirci un business; di ieri infatti la notizia che FB permetterà alle aziende di compiere ricerce di mercato, ovviamente profilatissime. Ricordo però che la volontà di rivelare più o meno informazioni personali è sempre demandata alla coscienza all’utente stesso.

Insomma…tutto dipende da come si usa il mezzo che, di per sè, non è nè buono nè cattivo.

Personalmente, se devo confidare qualcosa di personale, lascio da parte il Web e uso il modo più analogico (ed efficace) del mondo: il mio migliore amico.

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Musica Social network

YouTube e la musica sinfonica

youtubePrendo spunto dal blog dell’amico Luca Libonati, per parlare di un’iniziativa promossa da YouTube e che si sta volgendo al termine. L’idea è quella di raccogliere attraverso la piattaforma di YouTube le performance di musicisti sparsi per il globo con lo scopo di formare un’orchesta sinfonica che suonerà “realmente” alla Carnegie Hall di New York in Aprile.

Ovviamente la proposta è potenzialmente rivolta a tutte quelle persone che sanno suonare uno strumento e si vogliono mettere in gioco per mostrare al mondo (e a se stessi) quanto valgono. In questo processo, il Social Network diventa elemento centrale imprescindibile dell’iniziativa. E’ evidente che senza una piattaforma come YouTube, questo evento non potrebbe essere organizzato.

Ho fatto un giro sul canale dedicato all’iniziativa, queste sono le mie prime impressioni:

  • un recruitment effettuato attraverso un Social Media innalza sensibilmente la qualità del “prodotto finale”. Potenzialmente, ogni musicista al corrente di questa iniziativa, può partecipare mandando il proprio video. Chiaramente la selezione sarà passata dalle persone che dimostreranno le attitudini necessarie. La valutazione sarà quanto più possibile oggettiva visto che tutti i candidati di un singolo strumento dovranno eseguire lo stesso brano.  Senza dubbio, vista la vastità del bacino d’utenza, i finalisti saranno in grado di proporre performance di altissimo livello qualitativo.
  • L’iniziativa, che sicuramente si basa su strategie di marketing, ha un piacevole risvolto didattico e promotore nei confronti della musica. Nel canale dedicato all’iniziativa infatti sono presenti video didattici di illustri musicisti che attraverso video tutorial spiegano come eseguire il brano a seconda dello strumento prescelto.
  • Ogni candidato, a mio avviso, può sfruttare questa iniziativa per confrontare la propria esecuzione e verificare la propria tecnica guardando e osservando tutti gli altri parcipanti, autostimolandosi continuamente al miglioramento. In questo caso quindi, il Social Network diventa da un lato piattaforma di “competizione” e dall’altro strumento di incentivazione.

Sono i primi tre spunti che mi sono saltati in mente 🙂 Anzi no, ne ho un quarto da da proporre: se questo esperimento dovesse riscontrare successo potrebbe dare il via ad iniziative simili ma con fine diverso.

Il primo che mi salta in mente è una sorta di Recruitment 2.0

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Social network

Spegni le luci, c'è You Tube

Stavo navigando tra i filmati diYouTube, as usual, e ad un tratto noto che vicino all’angolo altro destro del filmato compare una piccola icona. Serve a “scurire” la pagina: con un semplice clic si diminuisce la luminsità e si riesce quindi a godere meglio del filmato.

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Un po’ come quando si spengono le luci in salotto prima di dare play al nostro DVD preferito 🙂 Mi sembra un chiaro segno che ormai il pc sta diventando (o lo è già?!) l’entertainment center per eccellenza. Tv addio.