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Progetti

Come scrivere di più sul blog: 4 idee per (ri)cominciare

Scrivo questo post soprattutto per me. Pubblicarlo oggi suona quasi come una delle tante dichiarazioni d’intenti per l’anno nuovo, ma non è così. Le prime righe si trovano in bozze da un paio di mesi, ma non ho mai avuto il tempo (e la voglia) di svilupparlo in qualcosa di compiuto.

Lo faccio adesso, approfittando di qualche giorno di ferie e di una temporale pausa dei vari progetti che ruotano intorno al mio lavoro. Tutti i punti che seguiranno possono essenzialmente ridursi ad uno solo: scrivere di più in questo blog. Detta così sembra un’impresa semplice che forse non necessita neppure un post per essere formalizzata. Poi, però, gli impegni si susseguono, le lunghe giornate al lavoro assorbono tutte le energie e finisce che puntualmente la cura di questo sito passa in secondo piano.

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Seo

Ottimizzazione SEO: 6 errori che Google non perdona

L’ottimizzazione seo è un’attività importante quanto lo sviluppo del sito stesso. A cosa serve una bella grafica se poi le persone non trovano il tuo sito quando fanno una ricerca su Google?

Nell’avviare un progetto web occorre fare molta attenzione ai dettagli e niente deve essere lasciato al caso. Certo, produrre dei buoni contenuti è una condizione necessaria perché il traffico possa crescere, ma non è sicuramente un elemento sufficiente per incontrare il maggior numero di utenti possibili.

Ok, ti sei studiato qualche regoletta di base per avere una prima infarinatura: l’importanza del title, scegliere gli anchor text corretti, creare una buona keyword density, creare una sitemap chiara e ordinata e tracciare la salute del tuo sito tramite l’utilissimo Google Webmaster Tool. Non è abbastanza.

E’ fondamentale sapere anche quello che non si deve fare quando si ottimizza un sito per i motori di ricerca. Google può far sparire le tue pagine dal suo indice da un momento all’altro. Risultato: visite in picchiata e contenuti introvabili dai nuovi utenti.

Boostblogtraffic.com indica 6 errori da non commettere mai se non si vuole essere penalizzati da Google. Li riprendo in questo post e ma aggiungo anche qualche consiglio che ti possa aiutare a non cedere alla tentazione di utilizzare queste cattive pratiche.

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Social network

I contenuti sono importanti ma la relazione è fondamentale

Content is the king

Content is the king. Quante volte abbiamo letto in rete questa frase perentoria? Una rapida ricerca su Google ci dà immediatamente l’idea di quanto si sia scritto sull’argomento: il web è pieno di guide miracolose che ci insegnano come trasformare il nostro blog da una voce anonima ad un fulgido astro delle blogosfera mondiale. Il costo di accesso, economico e tecnico, alle piattaforme di blogging si è praticamente annullatto e ciò abilita le persone ad aprire il proprio blog e cominciare a scrivere di ciò che desiderano in pochi minuti.

Le motivazioni che spingono a scrivere possono variare molto. C’è chi apre un blog semplicemente per dare evidenza alle proprie vicessitudini personali e chi, invece, riversa in rete le proprie idee o le proprie capacità con la voglia di condividere, comunicare e interagire. In questa ultima categoria sono ovviamente comprese anche le aziende che possono usare i contenuti come leva per aprire un canale di contatto aperto e biunivoco con i propri interlocutori.
Questo post vuole focalizzarsi sulla seconda tipologia di users: la capacità di produrre contenuti in grado di attrarre visite e di generare interesse, alimentando un circolo virtuoso attorno al proprio sito o, più verosimilmente, al proprio blog.

Non esiste discriminazione rispetto ai temi: in internet si parla di tutto e chiunque può costruire intorno ai contenuti che produce una pubblico (più o meno grande) interessato a quello che ha da dire, a patto che i contenuti siano utili e di qualità. La qualità e l’utilità di ciò che si scrive sono due dei principali fattori in grado di decidere il successo o l’insuccesso di un prodotto editoriale, sia che si tratti di un blog aziendale, sia che si tratti di una persona che apre un sito per trattare un argomento di cui si sente particolarmente preparata. La qualità spinge altri utenti della rete a linkare verso contenuti prodotti sul proprio blog, aumentandone quindi la link popularity. Una link popolarity alta porta altre visite. L’aumento delle visite aumenta la probabilità che qualcuno ritenga i contenuti prodotti di qualità e li link. E così via.
Mantenere alta la qualità delle propri contenuti è tutt’altro che semplice e in rete il concetto di rendita non vale molto.

Tutto gira intorno alla qualità: ma cosa è questa qualità? Come si definisce? Dipende, non esiste una risposta univoca. La definizione di qualità è totalmente soggettiva e varia a seconda degli interlocutori che leggono ciò che scriviamo. La lunghezza e l’esaustività non sempre sono sufficienti a garantire che un contenuto possa risultare interessante. A volte il successo di un post passa anche da altri aspetti. Proviamo ad elencarne alcuni:

  • Completezza. Si ritrova tipicamente all’interno di How-To o guide dedicate ad un argomento o ad una procedura specifica. Questa tipologia di contenuto richiede chiarezza, linearità e semplicità di linguaggio perchè rivolte a persone non esperte. Non diamo niente per scontato e facciamo luce su ogni aspetto. Mettere a disposizione screenshot o video non può far altro che arricchire il contenuto, rendendolo più immediato e di facile fruizione.
  • Tempestività. Essere i primi a raccontare qualcosa può essere un buon modo per racimolare visite. Questo è solo il punto di partenza. A meno che il nostro non sia un quotidiano online, questa strategia è valida nel breve periodo. Il boom di accessi deve essere propedeutico alla fidelizzazione del navigatore. Arrivato nel nostro sito tramite il post-scoop, deve poi essere invogliato a leggere altri contenuti.
  • Coerenza. Questo consiglio è legato al punto precedente. I motori di ricerca premiamo i blog che dimostrano di essere “esperti” di un argomento specifico rispetto a quelli più generalisti. L’approfondimento è premiato e il fattore tempo è determinante. Se si sfrutta un trending topic solo con lo scopo di fare visite, ma non in linea con gli argomenti del blog, si otterrà un risultato appagante dal punto di vista delle visite ma molto meno rispetto alla “qualità” dei visitatori.
    Un esempio: il nostro blog ha come argomento le tecniche di giardinaggio. Per poter aumentare le visite decidiamo di cavalcare l’onda dell’attualità e riportare la notizia della marea nera pochi minuti dopo il lancio delle agenzie. Questo ripo di azione sicuramente procurerà un picco di visite ma farà in modo di procure utenti realmente interessati alla tematica del blog?
  • Specializzazione. In rete un utente attivo e coivolto conta molto di più che dieci contatti anonimi. Se l’argomento del vostro presidio lo permette cercate di coltivare le nicchie, anche se piccolissime. Avere uno “zoccolo duro” d’utenza che si fida di quello che scriviamo è fondamentale per guardagnare punti in autorevolezza. In questo caso le visite non sono un parametro efficace per misurare il proprio lavoro. I numeri non raccontano la qualità. L’attività sul proprio sito espressa in commenti e (ormai sempre più presenti) Like sono un buon indice per capire se state facendo un buon lavoro.
  • Anticonformismo. Non abbiate paura di esprimere le proprie idee, anche se dovessero andare in direzione opposta rispetto al pensiero comune. Anzi, far emergere un disappunto è il modo migliore per innalzare i livelli di engagement rispetto agli utenti, fidelizzati e non. Se vi sentite di criticare, fatelo. Argomentate le vostre idee e preparatevi ad affrontare chi non la pensa come voi. Un confronto equilibrato e rispettoso non può che attribuirvi l’onore di essere una persona che pensa con la propria testa e non ha paura di esprimere le proprie idee.
  • Profondità. Alcune volte si scrive solo per indurre una riflessione, prima personale e poi estesa all’intera rete e al proprio pubblico. Quando vi troverete in procinto di scrivere un post di questo genere assicuratevi di proporre delle idee strutturate. Chi legge deve capire il vostro pensiero senza incappare in scomode zone d’ombra. Solo a carte scoperte è possibile imbastire un confronto di qualità.

Questi sono solo alcuni spunti e, per quanto ci si possa sforzare, non siamo certo noi a decretare la qualità di ciò che produciamo.
Sono le persone che ci leggono che hanno il potere di etichettare il nostro lavoro come elemento di valore o meno. Senza di loro i nostri sforzi sono vani perchè staremmo faticando per noi stessi. Quindi il consiglio è di curare in modo minuzioso ciò che scrivete ma date la massima importanza alla creazione e all’alimentazione delle relazioni perchè saranno il motore del vostro successo. Pubblicate, commentate, discutete e siate aperti al dialogo. Conoscere il vostro pubblico, sapere cosa piace e cosa no a seconda delle evidenze passate, significherà acquisire un enorme vantaggio: prevedere con anticipo contenuti con alto potenziale di successo.
Gli strumenti per dimostrare l’apprezzamento si sono ormai moltiplicati: l’uso di commenti, share buttons, Like di Facebook sono azioni che il pubblico sfrutta per dimostare il proprio interesse, facendo uscire il contenuto dal blog di origine e amplificandone la all’interno delle proprie reti sociali.

L’importante è non avere fretta e non scoraggiarsi se i risultati non si vedono subito. Occorre avere costanza in quello che si fa e curare ogni post come se fosse il migliore mai scritto. Un occhio agli analytics e uno allo storico delle interazioni con il nostro pubblico ci permetteranno di perfezionare di volta in volta il tiro e trovare la nostra strada verso una fiorente ascesa nella blogosfera 🙂

A questo punto mi viene da dire: “Content is the King…but what’s a King without a Kingdom?”

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Social network

5 modi per far funzionare il tuo social network

Sono un feticista delle immagini che raccontano le strategie perché  a volte riescono ad essere sintesi simboliche di concetti complessi e strutturati.
Il seguente visual illustra 5 must da seguire se si ha l’intenzione di coltivare un social network vivo, attivo e appagante per  noi e per le persone le persone che lo frequentano.

5 modi per mantenere attivo un social networkPur essendo sostanzialmente d’accordo su tutti i 5 punti elencati, propongo un mio personale ordine di presentazione:

  1. Be Present. La presenza è lo stato zero della comunicazione in generale, non solo quella sui social media. Senza presenza non può esserci relazione. In questo caso, poi, intendiamo la presenza come attività propositiva, creatrice, distributrice di informazioni per il beneficio della propria rete di contatti. Vivere un social network non è presenziare ad una conferenza, è piuttosto più simile a partecipare ad un barcamp. Lo stato passivo non è previsto, per paradigma.
  2. Be Social. In realtà dovrebbe essere incorporato nel primo poiché né la naturale estensione e conseguente manifestazioni. La presenza si palesa nella socialità.
  3. Be Helpful/Share The Love: metto queste due attività sullo stesso piano. A mio parere non c’è un prima e un dopo. Sono entrambe utili al mantenimento e all’accrescimento della rete sociale perché focalizzate sul suo rafforzamento. Da un lato puntando sulla semplice dinamica della propagazione (Share The Love), dall’altro puntando sulla fidelizzazione attraverso il supporto o la creazione di contenuti utili alla propria rete (Be Helpful)
  4. Pay It Forward. Questo punto è fondamentale. A mio avviso rappresenta la vera linfa che mantiene in vita il social network che si è costruiti. Coltivare il proprio social network significa stimolare un continuo do ut des, favorendo uno scambio paritario tra chi il social network l’ha creato e chi il social network lo frequenta e lo vive per comunione di interessi. Non lo considero un punto finale. Tutt’altro. Lo intendo più come milestone evolutivo per la crescita della rete. Così come nei rapporti “analogici” una relazione equa ed appagante non fa altro che rafforzare un legame, così nei social network è fondamentale porre l’accento sulla soddisfazione e all’arricchimento continuo di tutte le persone coinvolte.

Cosa ne pensate? Pensate che l’ordine possa essere ancora differente?

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Web

Cinque regole per migliorare i contenuti del vostro sito

5 Regole per migliorare i contenuti del vostro sitoQuante volte avete sentito queste frasi: “I siti in flash sono migliori perchè sono più belli” o, ancora (per chi è del campo) “Fatemi un sito emozionale, con delle immagini belle grosse“?

Ora le cose sono drasticamente cambiate perchè ognuno di noi può aprire il proprio sito personale in pochi secondi e gratuitamente. Di conseguenza il vero valore si è spostato da “esserci” a “esserci bene“. Quale è l’elemento che ci consente di distingerci dalla massa? Cosa ci aiuta a far emergere la nostra voce in mezzo a mille altre? Quale è il fattore che ci permette di acquisire sempre più lettori, followers o fans?

I motori di ricerca non valutano un sito dal suo aspetto grafico, ma da quello che c’è scritto dentro.
Va da sè, quindi, che il fattore sui cui porre l’attenzione sono i contenuti. I contenuti sono l’asset fondamentale per un sito web, il vero valore aggiunto di un progetto digitale, ecco perchè è necessario curarli e gestirli nel migliore dei modi.

La Content Strategy è l’attività che si occupa proprio della gestione dei contenuti e della loro proposizione all’interno dei vari canali digitali. La parola strategia non è certo messa a caso: ogni “luogo” virtuale necessità di linguaggi e approcci differenti a seconda degli interlocutori a cui si vuole rivolgere e alle finalità a cui il sito aspira.
Il caso dei siti internet aziendale, poi, è palese. Per molte società la cura dei contenuti pubblicati sul proprio sito  non è considerata un’attività importante, con la consequenza di pagine piene di testo ma senza senso, poco comunicative.

E’ doveroso quindi cominciare dalle basi e, prima di pianificare una piano editoriale di lungo termine, è meglio fissarsi bene in mente poche ma efficaci regole per migliorare i contenuti del proprio sito.

  1. Scrivete meno, non di più.
    Generalmente, i contenuti del vostro sito sono inutili se non assolvono almeno a uno o entrambi dei seguenti obiettivi:

    • Spiegano cose fondamentali del vostro business?
    • Aiutano i vostri lettori (o clienti) a svolger un compito ben preciso?

    Quanti dei vostri contenuti rispondono positivamente a queste domande? Se la percentuale è minore del 70% prenderei in seria considerazione una rivisitazione generale.
    Ma perchè avere meno contenuti? Ci sono almeno tre motivi per scegliere la formula “less is more”:

    • Meno conentenuti sono più semplici da gestire
    • Meno contenuti sono più facili da navigare
    • Meno contenuti sono più economici da prodorre.
  2. Siate coscenti dei contenuti presenti sul tuo sito.
    Gestire dei contenuti non è semplice.
    E’ bene, pertanto, aver sempre in mente quali sono i contenuti presenti nel sito per poter prendere decisioni importanti avendo una visione di massima completa.
    Solitamente, se il sito è molto grosso, occorre distingere in due fasi la catalogazione: content audit (quali sono i contenuti a disposizione?) e content evaluation ( di tutti i contenuti disponibili, quali sono veramente importanti?)
  3. Imparate ad ascoltare.
    Anche se questa è un’espressione ormai inflazionata, non c’è cosa più difficile da fare. Ma ascoltare cosa? Sostanzialmente due “voci”: innanzi tutto quella interna, perchè la responsabilità dei contenuti è condivisa tra più attori. E, in quanto persone, hanno delle esigenze che vanno prese in considerazione.  E poi quella esterna (sicuramente più importante): nessuno conosce meglio le necessità dei clienti se non i clienti stessi. Coinvolgiamoli, dedichiamo a loro del tempo, diamo loro gli strumenti giusti per parlare con noi.
  4. Impiegate una persona dedicata a seguire i contenuti.
    Qui non è possibile scendere a compromessi. Se per voi i contenuti sono veramente un fattore chiave, non potete pensare che la loro gestione sia uno dei tanti compiti di una persona. Serve una figura professionale che si dedichi full time a questa attività e che sposi in toto i tre punti precedenti.
  5. Chiedetevi sempre: “Perchè?”. Questa domanda è fondamentale quando si deve prendere una decisione sui contenuti. Chiedersi la motivazione dell’esigenza di un contenuto vi permetterà di capire se quel contenuto è veramente fondamentale o potrebbe essere superfluo.

Cominciate a tener presente queste regole, vedrete il vostro sito ( e la vostra azienda) ne risentirà positivamente.

Avete altre regole da proporre? Vi trovate d’accordo con questi cinque consigli o secondo voi manca qualcosa?

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