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Friendly URL di Facebook: mission accomplished

https://www.facebook.com/matteogalli

E’ stata dura alzarsi di sabato mattina alle 6 per conquistarsi un URL Friendly di Facebook decente. E’ stata dura ma ce l’ho fatta!

Basta cazzate, la verità è un’altra: non sono certo di quelli che ha puntato la sveglia alle 6 del mattino (di un sabato mattina, per giunta) per compiere questa tanto attesa operazione. Anzi, ad essere sincero, mi era totalmente passata di mente fino a quando ho passato in rassegna i feed quotidiani e aperto il mio client FriendFeed.
Calcolando che su Facebook, al momento, risultano registrate 265 a nome Matteo Galli la consideravo un’impresa impossibile fino a 20 minuti fa.

Con molta sufficienza, quindi, sono andato nella pagina dedicata alla creazione dell’URL del proprio profilo già pronto a dovermi inventare chissà quale nickname.
Ho provato, così tanto per fare, a digitare matteogalli.

Sorpresa! Username libero.

Un sincero ringraziamento a gli altri 264 omonimi che questa mattina hanno fatto altro 🙂

Ps. mi avevano già fregato il nome di GMAIL, almeno quello di Facebook lasciatelo scegliere a me, eh!

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A chi rivolgersi quando non c'è nessuno che ascolta?

Trovato questa mattina attaccato alla macchinetta automatica per l’emissione dei biglietti nella stazione delle Ferrovie Nord del mio paese.
Della serie: ok la tecnologia ovunque, a patto che riesca a dare un servizio migliore di quello dell’uomo, non peggiore.

Ps. Questo mi sembra il tipico esempio di come si voglia far passare per valore aggiunto un servizio inefficiente e dovuto a pesanti tagli del personale.protesta_stazione

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Me

Un passo in più

Ci sono frasi che ti entrano dentro quando le senti, che ti fanno viaggiare con il pensiero, che ti fanno sentire un po’ più vivo.
Leggendole, esci per un attimo dalla tua vita, ti fermi e cerchi di fare il punto della situazione. Non è semplice di questi tempi, ma proprio per questo diventa sempre più necessario.
E’ una frase che profuma di crescita, di maturazione e anche un po’ di orgoglio, ingrediente essenziale che non deve mancare mai per raggiungere i propri obiettivi.

Lo so, c’entra poco con questo blog, ma non mi interessa. Alcune cose, in questo caso una frase, mi fanno diventare un po’ più grande, questa è una di quelle. Una sorta di pietra miliare  che precede una buona intenzione, una svolta, un assestamento.

E come sempre, le cose più belle, sono regalate dalle persone che più ti conoscono, sanno chi sei e come sei fatto. E, quindi, sanno sempre quello che hai bisogno, al momento più opportuno. Grazie.

Per questo merita uno spazio speciale nel flusso delle mie idee. Questo mi sembrava il posto più adatto.

“La soluzione a me pare di averla trovata nel senso che se riesci a migliorare te stesso, a fare qualcosa di te stesso e a renderti conto dell’inutilità di tutto il resto, forse metti le basi per qualcosa di grande che è, secondo me, essenziale: l’evoluzione dell’uomo verso un piano superiore.”

(Tiziano Terziani , La fine è il mio inizio, Ed. Longanesi pag. 416)

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Me

Sappiamo notare la bellezza quando la vediamo?

Il seguente è un post atipico per matteogalli.com. Questo progetto è stato concepito per aiutarmi a ragionare sulla tecnologia, sul web, sui social media e sull’innovazione in generale. Ma ci sono cose che hanno la precededenza, semplicemente perchè mi hanno fatto riflettere per un paio di giorni e perchè sono alla base di tutte le attività che faccio.

Condivido con voi questo racconto:

Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio.
Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti.
Durante questo tempo, poiché era l’ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone
sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro.
Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c’era un musicista che suonava.
Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia.
Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare.
Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo,
ma l’uomo guardò l’orologio e ricominciò a camminare.
Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni.
Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista.
Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo.
Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini.
Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.
Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento.
Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente.
Raccolse 32 dollari.
Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse.
Nessuno applaudì, ne’ ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo.
Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari.
Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston
e i posti costavano una media di 100 dollari.

Questa è una storia vera.
L’esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro
fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale
sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone.
La domanda era: “In un ambiente comune ad un’ora inappropriata: percepiamo la bellezza?
Ci fermiamo ad apprezzarla?
Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?”.

Siamo in grado di riconoscere la bellezza quando la incontriamo, o forse non abbiamo tempo per un lusso del genere? Non siamo forse presi da mille cose e da mille impegni, che quando abbiamo di fronte qualcosa di magnifico siamo troppo occupati per dargli retta?

Il dubbio è forte: quante cose mi sono perso fino ad ora?

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Auto sostitutiva

Stamattina ho portato in Assistenza la mia Alfa per far dare una controllata alla frizione. Speriamo non sia niente. Grande Punto della Fiat - La mia auto sostitutivaStranamente (visto che si parla di Gruppo Fiat) al concessionario sono stati molto gentili e, visto che non mi avrebbero potuto consegnare in giornata la macchina, me ne hanno data un’auto sostitutiva. La Grande Punto.

Non male direi, comoda e rifinita bene, ma niente a che vedere con la mia Alfetta (“ogni scarrafone è bell’ a mamm’ soja”).

Speriamo me la restituiscano presto, comincio a sentirne la mancanza!