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Barcellona – Inter: la sconfitta più bella

Mourinho Barcellona Inter

Ce l’hanno messa davvero tutta, i cari catalani, per infondere timore all’Inter prima della finale che avrebbe decretato la squadra che sarebbe andata a Madrid.

Magliette per caricare spingere i tifosi allo stadio, spot televisivi, minacce di terrore, baccano sotto le finestre dell’albergo, presunte pendenze fiscali.
A dire il vero i blaugrana non hanno eccelso anche con la sportività post-partita, visto gli innaffiatori che sono stati azionati per impedire ai giocatori di festeggiare sotto la curva affollata dai pochi ma intrepidi fedelissimi che hanno seguito gli 11 (o dieci?) di Mourinho in trasferta.

Ma non c’è stato niente da fare per fermare l’armata nerazzurra che per 68 minuti ha giocato in 10 contro 11, dimostrando tanta organizzazione e un’eccellente compattezza contro la squadra con il miglior gioco offensivo del mondo.

Ora un appuntamento comune: vi aspettiamo tutti qui, alle 20.45 del 22 maggio 2010, Stadio Santiago Bernabeu.

Stadio Santiago Bernabeu

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Lettera aperta a Mario Balotelli

UPDATE: il Presidente Massimo Moratti ha deciso di escludere Balotelli dai convocati alla partita di domani. Forse si è reso conto che le sue scuse sono state lette dalla squadra come una presa in giro più che un’ammissione di colpa. In questo mi sento molto vicino all’interpretazione dei giocatori nerazzurri.

UPDATE: Scuse di Balotelli appena pubblicate da inter.it. Non so voi, ma qui c’è puzza di procuratore. Mi sembrano parole senza senso, forzate, non spontanee. E, per questo, doppiamente false.

[ribloggo in toto una lettera pubblicata nella notte dai ragazzi della Curva Nord Milano. Da interista non sarei riuscito a trovare parole migliori per esprimere quello che ho dentro in questi giorni. Una riflessione decisa ma pacata è molto più efficace di molti sfoghi di rabbia, di quelli che ti fanno perdere lucidità e razionalità.]

Curva Nord Inter

Ciao SuperMario.
Dopo i fiumi di parole e di inchiostro versati all’indomani del tuo exploit durante Inter-Barcellona, anche noi, sommessamente, vorremmo dire la nostra.
Sai bene che i fischi che ti sono piovuti sulla testa da parte di tutto lo Stadio non erano il frutto di un tiro sbilenco, di un passaggio sbagliato o di un dribbling mal riuscito, ma della rabbia nel vedere dieci giocatori con la tua stessa maglia sputare sangue inseguendo gli avversari, mentre tu trotterellavi in mezzo al campo col tuo solito atteggiamento di fastidiosa indolenza e superiorità nei confronti di tutto e di tutti.
Del resto, come avresti potuto, tu che ti appresti a diventare il giocatore più forte al mondo e che esulterai solo per un tuo goal nella finale dei Campionati del Mondo, sprecare sudore per una squadretta che si sta giocando la semifinale di Champions? Che ci pensassero gli altri a sbattersi! E chi se ne frega se si tratta di Campioni, alcuni con quasi il doppio dei tuoi anni, tutti nazionali nei rispettivi paesi e con alle spalle trionfi di cui oggi tu nemmeno ti puoi sognare?
Certo, tu ti meriti una società più prestigiosa (il Milan!?), con un pubblico che finalmente sappia apprezzare il tuo attaccamento e dedizione alla maglia.
Se la Società decidesse di ritirare il numero di maglia, oltre che per meriti sportivi, anche che per chi ha infangato l’immagine del Club, il 45 non potrebbe più comparire sulla schiena dei nostri giocatori per i prossimi 200 anni!!!
Ci auguriamo solo che, al termine di questa stagione sportiva, assolutamente esaltante comunque vada a finire, quando ci ritroveremo a tributare il dovuto applauso ai protagonisti, tu non abbia l’ardire di presentarti.
Ti ricorderemo sempre, Mario, ti ricorderemo come il bamboccio che, primo (e, speriamo, ultimo) nella storia, a San Siro, si è permesso di sfilarsi la maglia e di gettarla per terra in segno di spregio. Quella stessa maglia per cui ciascuno di noi spende tempo, denaro e amore per seguirla ovunque e che tu hai avuto la fortuna di indossare.
Per noi non esisti più caro Mario, e con questa nostra, ti diciamo addio.
Grazie… no, quello proprio non ce la sentiamo…

Dei ragazzi della Nord

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Inter: Poker a San Siro

Oggi. Domenica. Un giorno uggioso e fresco, come a ricordare che oltre alla ripresa del lavoro ci aspetta anche un cambio di stagione.
Tempo che dovrebbe andare a braccetto con la malinconia, segno cupo di un ritorno alla quotidianità che si era lasciata felicemente da parte durante le vacanze estive, ormai un ricordo lontano.
Giorno che ti spinge a rinchiuderti in casa in cerca di riposo e relax.
E invece no, non è così, almeno per me.
Ho ancora chiare nel cuore le emozioni di ieri sera che mi hanno portato stamattina ad un risveglio senza voce, felice, con il sorriso.
Momenti unici, aspettative rare, che solo un derby ti sa regalare.

4 gol, 3 minuti, 1 video. Grazie Inter.