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Leggere mi ha salvato

Il 2022 mi ha riavvicinato alla lettura, una passione che ultimamente avevo trascurato. Ma non solo: leggere mi ha fatto ritrovare un equilibrio che stavo perdendo.

Per lavoro passo parecchio tempo sui social, ma mi sono reso conto di dedicare a questa attività un tempo spropositato rispetto alle necessità professionali. Così, le ore che un tempo passavo in compagnia dei libri sono state sostituite progressivamente da lunghe sessioni di consultazione delle varie piattaforme.

Reel, story, video, post e shorts riempivano ogni momento libero delle mie giornate. E così, senza accorgermi, il tempo sui social negli ultimi anni è quadruplicato
Più avanti sono comparsi alcuni effetti collaterali: distrazione, incapacità a concentrarsi per lunghi periodi di tempo e minore creatività sono alcuni dei sintomi che ho attribuito alla stanchezza e allo stress, ignorando quali fossero le vere cause.

Questa circolo vizioso ha un solo nome: dipendenza.

E come ogni dipendenza che si rispetti, ecco arrivare il momento dell’overdose. I sensi di colpa per il tempo sprecato sono diventati talmente grandi da innescare un vortice di colpevolizzazione che mi ha portato a vergognarmi per i miei  comportamenti.

Dopo l’estate la situazione era diventata insostenibile, così ho iniziato a pensare a una possibile soluzione.
Per scardinare un comportamento che non mi faceva stare bene ho iniziato a forzare le mie azioni con un’attività che mi piace chiamare sabotaggio controllato.

Purtroppo il nostro cervello è una macchina meravigliosa ma allo stesso tempo pigra e refrattaria al cambiamento. Occorre quindi rendere estremamente difficoltose le azioni che si vogliono eliminare e facilitare quelle che si vogliono introdurre, possibilmente inserendo la buona pratica all’interno di una routine in grado di strutturare una nuova abitudine.

Nel mio caso ho impostato il sabotaggio controllato imponendomi di non usare il mio smartphone o accendere il mio computer prima di non aver dedicato almeno 45-60 minuti alla lettura, ogni mattina.

Per i primi giorni in cui ho applicato questa nuova routine l’astinenza da social è stata molto difficile da superare, ma con il passare delle settimane il mio cervello si è abituato a considerare tra le attività iniziali di ogni giornata anche la lettura.
Non solo: l’abitudine a leggere ha lentamente colonizzato tutti gli altri spazi vuoti della giornata, diminuendo drasticamente il tempo passato sui social.

L’aumento del tempo dedicato ai libri ha ridotto di molto gli effetti collaterali citati in precedenza.
Soprattutto mi ha consentito di fare nuovamente esperienza di due vantaggi che avevo praticamente dimenticato: ritrovare l’abitudine al silenzio (cosa impossibile mentre si consultano i social) e riaccendere un po’ il potere immaginifico che solo la lettura sa regalare, un elemento determinante per il mio lavoro.

Ma la conquista più grande è stata tornare a leggere perché voglio e ne sento il bisogno e non perché devo. E, per una fortuita coincidenza, alcuni colleghi hanno deciso di dare vita a un gruppo di lettura. Inconsapevolmente mi hanno aiutato a ritagliarmi ulteriori momenti durante la giornata da dedicare ai libri scelti dal gruppo.

Adesso l’obiettivo è confermare questa buona abitudine affiancandone altre riposte involontariamente nel cassetto tempo fa. Prima tra tutte: tornare a scrivere su questo blog con regolarità.

Ce la farò? Mi auguro di sì. In caso contrario escogiterò un altro sabotaggio controllato 😉

Di Matteo Galli

Classe '83. Le cassette prima le ho usate con un Commodore 64 e solo dopo in un Walkman. Connesso dal 1993, senza soluzione di continuità. Interista integralista. Apple addicted. Milanese di nascita. Partenopeo d'adozione.
Head of Communication in bSmart Labs e consulente di comunicazione digitale con particolare focus sui liberi professionisti e le micro imprese.