I bias cognitivi sono errori sistematici di giudizio che influenzano il modo in cui percepiamo, ricordiamo, pensiamo e prendiamo decisioni. Essi rappresentano deviazioni dalle norme di razionalità o di buon senso e possono avere un impatto significativo sul comportamento umano. Qualche anno fa scrissi un articolo su come sfruttare i bias per scrivere un testo persuasivo.
In questo post ho scelto di fare un passo indietro, partendo da una definizione di cosa sono i bias cognitivi, come funzionano, e perché riescono a farci prendere scelte non razionali.
Analizzerò, molto sinteticamente, inoltre alcune delle tipologie più comuni di bias cognitivi, fornendo esempi pratici per illustrare il loro funzionamento.
Cosa sono i bias cognitivi
I bias cognitivi sono tendenze a pensare in modo particolare che possono deviare il nostro giudizio dalla realtà. Sono spesso il risultato di processi mentali automatici che ci aiutano a semplificare il mondo complesso in cui viviamo.
Questi processi sono utili per prendere decisioni rapide e per sopravvivere, ma possono anche portare a errori e malintesi perché si basano su intuizioni generare dal nostro cervello costruite a partire da esperienze o percezioni passate, non necessariamente reali. Vediamo quindi quali sono le caratteristiche principali dei bias cognitivi.
Caratteristiche dei bias cognitivi
- Automaticità: i bias cognitivi operano spesso senza che ne siamo consapevoli.
- Sistema 1 e Sistema 2: secondo Daniel Kahneman, Premio Nobel per l’economia 2002, i nostri pensieri sono divisi tra il “Sistema 1” (veloce, automatico) e il “Sistema 2” (lento, riflessivo).
I bias cognitivi, come accennato in precedenza, operano prevalentemente nel Sistema 1. - Euristiche: molti bias derivano dall’uso di euristiche, ovvero scorciatoie mentali che semplificano la presa di decisioni.
- Influenza delle emozioni: le emozioni giocano un ruolo cruciale nel formare e mantenere i bias cognitivi e, in quanto tali, sono anche la causa per la generazione di percezioni distorte.
Come funzionano bias cognitivi
I bias cognitivi funzionano alterando il modo in cui elaboriamo le informazioni. Essi possono influenzare la nostra percezione, memoria, attenzione e ragionamento.
Ecco alcuni meccanismi chiave attraverso i quali operano:
- Filtro dell’attenzione: selezioniamo informazioni che confermano le nostre credenze e ignoriamo quelle che le contraddicono.
- Memoria selettiva: ricordiamo meglio le informazioni che supportano le nostre opinioni e dimentichiamo quelle che non lo fanno.
- Attribuzione causale: assegniamo cause specifiche agli eventi in base ai nostri pregiudizi.
- Costruzione narrativa: creiamo storie coerenti che giustificano le nostre azioni e credenze.
Come fanno ad ingannare il nostro cervello?
I bias ingannano il nostro cervello perché fanno parte del nostro sistema di sopravvivenza.
Essi sono il risultato di millenni di evoluzione che ci hanno insegnato a prendere decisioni rapide in situazioni di incertezza.
Tuttavia, in un mondo moderno e complesso, ci portano spesso a fare errori significativi. Ma quali sono i più diffusi? E come ci spingono a prendere decisioni errate?
Tipologie di bias cognitivi
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, esistono decine di bias cognitivi, ciascuno con caratteristiche uniche e conseguenze specifiche.
Qui sotto ne ho raccolto quelli che a mio avviso sono più comuni e diffusi, insieme a esempi pratici che ne illustrano il funzionamento.
Bias di conferma (Confirmation bias)
Descrizione
Il bias di conferma è la tendenza a cercare, interpretare, favorire e ricordare informazioni che confermano le proprie credenze preesistenti, ignorando o sminuendo le informazioni che le contraddicono anche se quest’ultime sono confermate da prove evidenti.
Siamo vittima di questo bias quando:
- Cerchiamo informazioni che confermano le nostre opinioni.
- Ignoriamo le informazioni contrarie.
- Ricordiamo selettivamente le informazioni favorevoli.
Esempi pratici:
- Politica: una persona con forti opinioni politiche tende a leggere solo notizie da fonti che confermano la sua visione del mondo, ignorando quelle che la contraddicono.
- Scienza: un ricercatore può interpretare i dati in modo da confermare la propria ipotesi, ignorando i risultati che non supportano la sua teoria.
Bias dell’ottimismo (Optimist bias)
Descrizione
Il bias dell’ottimismo è la tendenza a sovrastimare la probabilità di eventi positivi e a sottovalutare la probabilità di eventi negativi.
Attenzione: di per sé essere positivi davanti alle difficoltà non costituisce un problema, anzi. Quesa distorsione però si manifesta quando la persona preferisce essere più ottimista che realista, lasciando da parte valutazioni obiettive che la indurrebbero ad analizzare la situazione sotto la corretta prospettiva.
Siamo vittima di questo bias quando:
- Sottovalutiamo i rischi.
- Sovrastimiamo le probabilità di successo.
- Manteniamo un atteggiamento positivo anche in situazioni rischiose.
Esempi pratici:
- Salute: le persone tendono a credere di essere meno a rischio di malattie rispetto agli altri, nonostante comportamenti non salutari.
- Finanze personali: un investitore potrebbe credere che i suoi investimenti avranno sempre successo, ignorando i segnali di mercato negativi.
Bias di Ancoraggio (Anchoring Bias)
Descrizione
Il bias di ancoraggio è la tendenza a fare affidamento troppo pesante sulla prima informazione ricevuta (l’”ancora“) quando si prende una decisione.
Siamo vittima di questo bias quando:
- La prima informazione che riceviamo influenza eccessivamente le decisioni successive.
- Abbiamo difficoltà a correggere giudizi iniziali errati.
- Basiamo le nostre scelte esclusivamente tendendo conto solo della prima idea che ci siamo fatti sulla situazione che stiamo analizzando.
Esempi pratici:
- Shopping: un cliente può considerare un prezzo di vendita come un buon affare se il prezzo iniziale era molto più alto, anche se il prezzo di vendita non è particolarmente basso.
- Contrattazioni: durante una negoziazione, la prima offerta spesso stabilisce una base da cui entrambe le parti non si discostano molto.
Bias della Disponibilità (Availability bias)
Descrizione
Il bias della disponibilità è la tendenza a giudicare la probabilità di eventi in base alla facilità con cui esempi specifici vengono in mente.
Siamo vittima di questo bias quando:
- Ci ricordiamo più facilmente eventi recenti o emotivamente intensi.
- La frequenza della probabilità degli eventi influenza la percezione della realtà.
- Attribuiamo troppa importanza a fattori decisionali solo basandosi sulla loro ricorrenza, il ché può portarci a sovrastimare o sottovalutare i rischi.
Esempi pratici:
- Viaggi aerei: dopo aver sentito notizie di un incidente aereo, una persona può sovrastimare il rischio di volare nonostante le statistiche mostrino che è un mezzo di trasporto sicuro.
- Criminalità: l’esposizione a notizie di crimini violenti può far credere a una persona che il crimine sia più diffuso di quanto non sia realmente.
Bias di Conferma Negativa (Negativity bias)
Descrizione
Il bias di conferma negativa è la tendenza a dare maggiore peso alle esperienze negative rispetto a quelle positive.
Questo bias è l’incarnazione scientifica del detto “Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce“.
Siamo vittima di questo bias quando:
- Abbiamo maggiore sensibilità per gli stimoli negativi.
- Conserviamo un ricordo più vivido delle esperienze negative rispetto a quelle positive.
- Applichiamo un’influenza sempre negativa sui giudizio e sulle decisioni che prendiamo.
Esempi pratici:
- Feedback lavorativo: un dipendente può ricordare e reagire più fortemente a una critica ricevuta rispetto a numerosi complimenti.
- Relazioni: in una relazione, un singolo evento negativo può avere un impatto maggiore rispetto a molte esperienze positive.
Bias di Proiezione (Projection Bias)
Descrizione
Il bias di proiezione è la tendenza a pensare che gli altri condividano i propri pensieri, sentimenti e valori più di quanto non facciano realmente.
Siamo vittima di questo bias quando:
- Sopravvalutiamo la nostra somiglianza con le persone con le quali ci rapportiamo.
- Abbiamo aspettativa irrealistiche sulle reazioni altrui.
- Influenza il nostro comportamento sociale e la nostra comunicazione.
Esempi pratici:
- Elezioni: una persona può credere che la maggior parte delle persone condivida le sue opinioni politiche, influenzando la sua percezione del risultato delle elezioni.
- Relazioni interpersonali: si può pensare che un amico reagirà positivamente a un’idea o un’opinione solo perché è importante per sé stessi.
Bias di Conferma dello Status Quo (Status Quo Bias)
Descrizione
Il bias di conferma dello status quo è la preferenza per la situazione attuale e la resistenza ai cambiamenti. In una parola, anzi in due: confort zone.
Siamo vittima di questo bias quando:
- Abbiamo una netta preferenza per la stabilità e la familiarità.
- Sentiamo un’avversione al rischio e all’incertezza.
- La nostra volontà di non cambiare influenza le decisioni di lungo termine.
Esempi pratici:
- Finanze personali: gli investitori possono mantenere investimenti non performanti per evitare il rischio percepito di cambiamento.
- Tecnologia: le persone possono essere riluttanti a passare a nuove tecnologie o software, preferendo quelli a cui sono abituati.
Come non cadere nei bias?
Adesso che abbiamo visto alcuni dei bias più comuni — io stesso ho fatto esperienza almeno una volta nella vita di tutti quelli che vi ho elencato — cerchiamo di capire quali sono gli strumenti che possiamo utilizzare per non cadere nei loro “tranelli”.
Ecco un elenco volutamente sintetico:
- Educazione e Consapevolezza: imparare a riconoscere i bias cognitivi è il primo passo per riconoscerli.
Azioni pratiche: approfondire e confrontare le fonti di informazione. - Pensiero critico: sviluppare abilità di pensiero critico per analizzare informazioni e decisioni.
Azioni pratiche: non accontentarsi della prima idea che ci si forma su un argomento, ma ricercare validazioni ulteriori (evitando il bias dell’ancoraggio, ovviamente). - Prospettiva esterna: Consultare punti di vista esterni e opposti per bilanciare i propri giudizi.
Azioni pratiche: cercare un confronto con persone che hanno opinioni diverse dalle nostre. - Riflettere prima di agire: Prendere il tempo necessario per riflettere su decisioni importanti piuttosto che agire impulsivamente.
Azioni pratiche: ponderare le proprie scelte e darsi tempo di far sedimentare le decisioni. Questo punto è fondamentale quando c’è il rischio di compiere un’acquisto di impulso. - Feedback e revisione: Cercare feedback e rivedere le proprie decisioni per identificare e correggere errori.
Azioni pratiche: fa il paio con il punto 3 e aggiunge un pezzo: allenare la capacità di modificare la propria posizione dopo aver acquisito nuove informazioni rilevanti.
I bias cognitivi sono una componente fondamentale della psicologia umana, fanno parte della nostra natura, e non spariranno mai. Influenzano il modo in cui percepiamo, pensiamo e agiamo.
Come avrete ormai capito, essere consapevoli dei bias cognitivi e adottare strategie per ridurli può aiutarci a migliorare la qualità delle nostre decisioni e a comprendere meglio il comportamento umano.
Come annunciato in precedenza questo articolo non vuole essere esaustivo: esisono decine di bias cognitivi e descriverli tutti sarebbe stato troppo lungo.
C’è qualche altro bias che a tuo avviso avrebbe senso includere tra i più comuni? Se sì indicalo nei commenti per completare la lista!