Passando in rassegna, come ogni mattina, il mio elenco di feed, trovo un post molto bello di Enzo Santagata, che ribloggo in toto. Non tanto per la qualità dell’intervento, di indubbia validità, ma quanto perchè in questi giorni stavo facendo delle riflessioni esattamente su questo tema. Non avrei potuto dirlo meglio di come ha già fatto Enzo. Grazie 🙂
Ecco il post:
“Cosa c’è dietro il successo dei social media? La domanda è uscita fuori in una classica discussione tra colleghi durante la pausa caffè. Anche se la risposta può essere scontata, su un blog che tratta di social media, un ulteriore riflessione mi ha permesso di chiedermi: perchè la gente usa i social media?
L’uomo è un animale sociale, le persone non sono fatte per stare da sole. (Seneca)
Eccolo il segreto. Le attività che si fanno sui social media non sono niente di nuovo, niente che l’uomo non faccia già da decine di secoli. Conversare, socializzare, condividere, comunicare, informare, avvertire, descrivere, manifestare, riferire, confidare e trasmettere sono cose che facevamo ben prima dell’avvento di Facebook.
I social media hanno consentito l’abbattimento di barriere che senza i nuovi media e senza internet sarebbero state impossibili da valicare con questa facilità. Basti pensare alla velocità con cui il nostro messaggio può raggiungere potenzialmente chiunque nel mondo e in qualunque posto.
Se quindi le azioni sono le stesse ciò che è cambiato è il mezzo con cui diffonderle. E la comunicazione d’impresa ha il dovere di adattarsi. Non è una scelta, così come non lo era 100 anni fa lo scegliere tra il megafono e i cartelloni.
It’s evolution, baby direbbero i Pearl Jam, e le aziende che sapranno adattarsi meglio a questi nuovi paradigmi avranno un vantaggio spaventoso rispetto ai concorrenti, a patto però di interpretare correttamente le nuove dinamiche senza trucchetti e senza furbizia. Perchè non va dimenticato come i social media rendano il mondo un posto incredibilmente piccolo, ma potenzialmente migliore e più giusto e, soprattutto, tengono la gente lontana dalla tv. Che non è mai una cosa sbagliata.”