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Video viral: sfruttare la verosimiglianza come leva per la diffusione

Andy Murray

Head ha pubblicato uno spot video video in cui il famoso tennista Andy Murray si esibisce in prodigi con racchetta e pallina.
Lanciato prima del torneo di Wimbledon, il commercial ha raccolto moltissime visite in poco tempo: in poco più di un mese si contano quasi un milione di views. Siamo dunque  di fronte un altro caso di video virale.

Ma da dove ha origine la scalabilità? Secondo me dallo stupore provocato dalle immagini verosimili. Credo che anche un giocatore professionista come Murray non sia in grado di dimostrare una precisione tale da poter fare tiro a piattello con una racchetta, una pallina da tennis e un set di piatti. Tuttavia, è possibile che una cosa del genere accada, ma si tratterebbe di un evento fortuito e, per questo, non replicabile.

Nel caso del video di Head ciò che ha provocato un boom di visite è proprio la linea sottile di demarcazione che separa un colpo mirabolante e unico e la semplicità con cui il giocatore riesce a riprodurre un atto di tale difficoltà. Il tutto con l’intermediazione del testimonial/professionista che ha una parte fondamentale nell’attestazione di senso di quello che vediamo. Mi spiego meglio: se mi mettessi io a fare le stesse cose che fa Murray (ovviamente lavorando di post-produzione del video 🙂 ) il mio video sarebbe immediatamente etichettato come il solito fake.
In questo caso, però, il campione tende ad eludere la differenza tra la realtà e la finzione, perché con le sue capacità già note e conosciute ha l’abilità di rendere ordinario ciò che è (o dovrebbe essere) straordinario e quindi attraente.

Il continuo interrogarsi da parte dei navigatori sul “sarà davvero capace di farlo?” scatena il solito meccanismo alla base dei video virali: l’interesse generato attorno al contenuto innesca una dinamica di condivisione che permette la diffusione all’interno delle diverse reti sociali.

Ora che ci penso la stessa identica dinamica ha reso celebre il video in cui Ronaldinho prende ripetutamente la traversa con le nuove scarpe della Nike. Ve lo ricordate, vero?

Che ne pensate? Quali sono i fattori che, secondo voi, portano un video ad essere virale? Conoscete altri esempi simili?

Foto

Di Matteo Galli

Classe '83. Le cassette prima le ho usate con un Commodore 64 e solo dopo in un Walkman. Connesso dal 1993, senza soluzione di continuità. Interista integralista. Apple addicted. Milanese di nascita. Partenopeo d'adozione.
Head of Communication in bSmart Labs e consulente di comunicazione digitale con particolare focus sui liberi professionisti e le micro imprese.