Martedì è stata resa nota la nuova relazione annuale dell’ AgCom, l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presentata da Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità. All’interno del documento, liberamente scaricabile in versione integrale da questo link, sono presenti approfondimenti circa lo stato dell’arte dello scenario dei media italiani. Gli insight sono parecchi e rivolti a tutti i canali comunicazione: tv, radio, editoria, pubblicità, internet. A noi, ovviamente, interessa focalizzarci prevalentemente sui dati e le informazioni relativi allo scenario internet nel nostro paese. La relazione presenta prevalentemente dati annuali del 2008, ma non manca di aggiornamenti relativi anche ai primi mesi di quest’anno. La prima evidenza interessante sembra essere l’aumento della spesa da parte degli utenti per quanto riguarda i servizi dati di telefonia, segno di un incremento nella sottoscrizione di abbonamenti per accedere alla rete, come mostrato dalla tabella seguente.
Inoltre nel 2008, grazie alla diminuzione dei prezzi proposti dai provider, l’utenza ha preferito stipulare contratti di tipologia flat piuttosto che quelli a consumo. Anche questa informazione rivela come l’utilizzo di internet stia passando da un’attività saltuaria a una pratica ormai quotidiana. La tabella indica la variazione percentuale per tipologia di abbonamenti.
Un accenno poi alle velocità con cui si accede alla rete in Italia. Le tecnologia ADSL fà da padrona incontrastata, rappresentando il 97% degli accessi complessivi. E’ da segnalare anche una discreto aumento qualitativo nei servizi offerti, con oltre il 70% degli attuali accessi aventi capacità trasmissiva dichiarata superiore ai 2 Mbit/s, valore che si confronta con il 52% del marzo 2008 (vedi tabella qui sotto).
Se è vero che la quasi totalità degli accessi avviene con ADSL, è da sottolinare che questa tecnologia fornisce prestazioni limitate rispetto a quelle fornite in altri contesti di mercato caratterizzati da una maggiore diffusione di infrastrutture alternative, quali cavo e, soprattutto, fibra ottica. Dopo un breve excursus tecnologico, riportiamo anche il dato riferito alla penetrazione degli accessi alla rete tramite la banda larga, dato aggiornato a marzo 2009.
La penetrazione tra le famiglie, che mediamente sfiora il 41%, mostra risultati regionali piuttosto differenziati, con Lombardia e Lazio che presentano tassi di penetrazione superiori al 45%, mentre in alcune regioni del Mezzogiorno (Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna) la diffusione del broadband risulta vicina, quando non inferiore, al 30%. Anche in questo caso appare evidente l’effetto di fattori socio-economici nel determinare la penetrazione dei nuovi servizi di comunicazione tra le famiglie italiane. Se rapportiamo i dati italiani ad altri paesi europei, scopriamo che il Belpaese non eccelle in quanto a diffusione di internet veloce. Il grafico esplicita in modo visivo questo confronto.
La penetrazione del broadband tra la popolazione italiana risulta sensibilmente inferiore. La relazione dichiara che le componenti che influiscono su questo dato riguardano sia l’offerta nelle sue diverse caratteristiche (disponibilità del servizio,livello dei prezzi, qualità, bundle con altri servizi di comunicazione, offerta di servizida parte della Pubblica Amministrazione), sia gli elementi strutturali della domanda, che comprendono fattori economici (quali il reddito disponibile), nonché elementi di natura socio-demografica, che contribuiscono non poco a determinare l’ampiezza del “mercato potenziale”. Calabrò, esponendo i risultati dello studio, non nasconde che “la scarsa alfabetizzazione degli italiani costituisce indubbiamente una remora per la diffusione dell’utilizzo della larga banda”. Nella relazione è presente anche un accenno a tecologie alternative per la distribuzione della banda larga come wireless e satellitare, ma al momento non sembrano vie percorribili a causa dei costi elevati delle infrastrutture di supporto. L’ottimale per l’Italia sarebbe poter disporre di una rete basata sulla fibra ottica, allineandosi alle politiche sulle telecomunicazioni attivite da diversi paesi nel mondo. Tuttavia, l’auspicio generale che emerge dal documento è quindi quello di potenziare il più possibile la rete fisica esistente, consentendo al 96% della popolazione di connettersi in rete fino a 20Mbit/s. Il tutto entro il 2012 grazie al recente piano annunciato dal Vice Ministro Romani.