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Melissa e la bomba senza dignità

La mafia teme più la scuola della giustizia. L’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa. (A. Caponnetto – 1994)

UPDATE: è stato trovato l’attentatore che ha ucciso Melissa Bassi con una bomba a Brindisi.

Si tratta di Giovanni Vantaggiato, 68 anni. Ha dichiarato di essersi costruito la bomba che ha ucciso Melissa da solo.

Questo rende ancora più assurda questa tragedia: una vita spezzata di una ragazza innocente mentre si apprestava a fare una cosa normalissima. Andare a scuola. Vite traumatizzate delle altre ragazze, alcune ferite per l’esplosione della bomba, altre indelebilmente impressionate da ciò che è successo. Si porteranno dentro di loro il ricordo di quell’inaudita violenza e vivranno con la continua paura che anche i gesti più naturali possano nascondere una possibilità drammatica. Una bomba non è una fatale tragedia. Una bomba è un massacro premeditato.

UPDATE: è probabile che la bomba piazzata davanti alla scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi non sia di matrice mafiosa. Poco cambia: la frase sotto rimane valida, indipendentemente dal collegamento a ciò che è successo a Brindisi. E’ chiaro che escludere la malavita organizzata non diminuisce la drammaticità del fatto. Anzi, offre l’occasione per porsi ulteriori domande: chi mai può essere così sadico da voler piazzare una bomba all’ingresso di una scuola superiore di provincia? Quali minacce si nascondo dietro a qualche centinaio di adolescenti che stanno per cominciare una nuova giornata come tante altre? E’ importante rispondere a questi dubbi per aver chiaro quanto prima la motivazione di un gesto così tanto atroce, ammesso che un senso ce l’abbia.

Di Matteo Galli

Classe '83. Le cassette prima le ho usate con un Commodore 64 e solo dopo in un Walkman. Connesso dal 1993, senza soluzione di continuità. Interista integralista. Apple addicted. Milanese di nascita. Partenopeo d'adozione.
Head of Communication in bSmart Labs e consulente di comunicazione digitale con particolare focus sui liberi professionisti e le micro imprese.