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L'importanza dei legami deboli

Chi parla è Andrew McAfee, professore associato alla Harvard Business School. In questa intervista, realizzata da Tiburon.tv, McAfee dà la sua definizione di Enterprise 2.0.
I temi toccati sono sempre quelli: portare i sistemi 2.0 dentro l’impresa, knowledge management condiviso e orizzontale, distribuzione veloce delle informazioni, vanificazione della componente geografica e temporale. Tutte cose già ampiamente sentite.

Tuttavia mi ha fatto riflettere il passaggio in cui parla dei weak ties, “legami deboli”, connessioni estemporanee che identificano relazioni tipiche delle logiche della Rete, diverse dagli strong ties, con cui si definisce la cerchia delle conoscenze più pronfonde e intime (famigliari, amici, colleghi di lunga data).
McAfee ritiene i legami deboli i veri moltiplicatori dell’innovazione. Infatti, se per innovazione intendiamo la capacità di produrre nuove idee dalla sintesi di condivisione di esperienze pregresse e eterogenee, ci rendiamo subito conto che ciò che serve sono strumenti adatti a sostenere e supportare i weak ties, unendo mondi di pensiero differenti, che altrimenti non sarebbero mai riusciti ad entrare in contatto.

Questa cosa ho avuto modo di verificarla personalmente negli ultimi tempi. Strumenti come Twitter e FriendFeed mi hanno permesso di entrare in contatto e interagire (attenzione, non conoscere, quella è una cosa diversa, più profonda) con molte più persone di quanto mi abbiano permesso di fare tutti gli IMs usati fin’ora. Entrare nella discussione è veramente un attimo: basta un twitt interessnte, un reply su FF è in un istante sto conversando, sto scambiando informazioni.

Non è anche questa innovazione? Io credo di sì. E’ un’innovazione personale, un arricchimento.
Che passi dai 140 caratteri di un twitt, da un 3D su un forum o da un commento lasciato su un blog, non ha importanza.  Quello scambio di idee, estemporaneo e infinitamente piccolo rispetto alle voci della Rete, trasforma il mio modo di vedere le cose, mi rende sicuramente diverso da come ero prima di quell’interazione. Questo mi piace, molto.

Di Matteo Galli

Classe '83. Le cassette prima le ho usate con un Commodore 64 e solo dopo in un Walkman. Connesso dal 1993, senza soluzione di continuità. Interista integralista. Apple addicted. Milanese di nascita. Partenopeo d'adozione.
Head of Communication in bSmart Labs e consulente di comunicazione digitale con particolare focus sui liberi professionisti e le micro imprese.