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Ma cosa vi ha fatto questo Facebook?

question_markUltimamente tira un’aria di insofferenza su Facebook. Una rincorsa affannata e ostentata che mira a distruggerne quasi lo stesso diritto di esistere. Una crociata contro chi frequenta questo nuovo contesto comunicativo. Negli ultimi mesi l’hype intorno a questa piattaforma sembra aver completamente cambiato direzione passando dall’esaltazione alla demonizzazione.

A conferma di quello che dico elenco solo alcune delle occasioni in cui mi sono trovato ad osservere un’accusa contro Facebook:

  • il 3 febbraio ho scritto un post per riportare la notizia di una ricerca inglese che dimostrerebbe come Facebook provochi depressione nelle persone
  • l’altro giorno sfoglio uno dei tanti Venerdì di Repubblica che ho in casa e vedo che la copertina è dedicata a Facebook, con questo titolo: Quelli che… Facebook ha un po’ rotto
  • prima di cominciare scrivere questo post sento SkyTg24 che riporta l’intervento di un politico che accusa Facebook di essere veicolo per messaggi razzisti e xenofbi.
  • mi capita sott’occhio, 20 minuti fa, questa notizia: “Facebook fa regredire il cervello all’infanzia”. Ha tanto l’aria di essere più una notizia per un tabloid che non per una pubblicazione scientifica.
  • Mi potete spiegare cosa ha questo Facebook da essere così mal digerito?

    Sia chiaro: pur usando quotidianamente Facebook, non scrivo certo questo post travestito da paladino del Web 2.0. Uso questi strumenti esattamente con la stessa accortezza con cui ho sempre cercato di usare altri mezzi di comunicazione, in primis la parola.

    Ciò che non riesco a capire sono queste fobie tecnofobe emergenti. Non vorrei si stesse diffondendo un certo pensiero per cui il nuovo, il dirompente, ciò che crea scompiglio nelle pratiche comunicative, diventasse un male per partito preso. Va bene che l’uomo è sempre stato ostile ad accettare ciò che non conosce (o non ha la volontà di conoscere) fino in fondo, ma ritengo che la cosa peggiore è quella di riversare le negatività di una società sui mezzi di comunicazione che questa usa per portare aventi le proprie idee.

    L’ho già accennato in questo post, riprendendo un intervento pulito e illuminante di Enzo Santagata : la gente usa i Social Network per comunicare, esattamente come fa da quando ha scoperto la parola. Bella scoperta: sono fatti per questo!
    E allora mi sorprende come certa gente (mainstream people :), come la chiamo io) si stupisca che su Facebook ci siano gruppi che inneggiano al razzismo, alla violenza & C.

    Non ci siamo riempiti le bocche per mesi dicendo che finalmente il Web 2.0 ha dato a tutti la possibilità di esprimersi? Bene, ma la libertà porta con sè tutte le sfaccettature di una società. Il Web 2.0 non è il Paradiso Digitale. C’è tanta feccia quanta ce nè nella vita analogica. Ne più, ne meno.

    Non sei d’accordo? non ti sta bene? Rifiuti Facebook a priori perchè tu sei uno di quelli che “Io Facebook non ce l’ho perchè non mi va di mettere i fatti miei in piazza” (e dimostri, così, di non conoscerlo a fondo)?

    Benissimo, non iscriverti, non farti coinvolgere. Nessuno dei sei milioni di italiani attualmente iscritti ti obbligherà mai a farlo.

    Forse, però, non avrai mai modo di contattare il tuo amichetto delle medie o la tua ex compagna di università che non vedi da 10 anni. Questo è un male o un bene? Precludersi il fatto di poter riprendere relazioni che altrimenti non avrebbero possibilità di essere vissute è positivo o negativo? A voi giudicare.

    Di Matteo Galli

    Classe '83. Le cassette prima le ho usate con un Commodore 64 e solo dopo in un Walkman. Connesso dal 1993, senza soluzione di continuità. Interista integralista. Apple addicted. Milanese di nascita. Partenopeo d'adozione.
    Head of Communication in bSmart Labs e consulente di comunicazione digitale con particolare focus sui liberi professionisti e le micro imprese.