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Nuova veste per matteogalli.com

Oggi, giorno di Natale, ho deciso di fare un regalo a questo blog, cambiandogli il vestito.

Visto che da queste parti di contenuto “fresco” non se ne vede molto ultimamente, facciamo finta di curare questa landa desolata rinfrescando l’ambiente.
Chissà mai che sia di buon auspicio per un 2012 editorialmente più prolifico.
Giusto per deprimermi un po’ oggi ho contato il numero di post scritti dal primo gennaio 2011: 25. Un po’ pochini per chi si era messo in testa di scrivere almeno un post a settimana.

Che ne dite? Consigli? Non rompete sulla validazione W3C, non ci ho ancora pensato Laughing

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Le sorgenti del Lys da Gressoney

sorgenti del Lys

Lo zaino è già pronto dalla sera prima. Il meteo promette bene: giornata soleggiata con qualche annuvolamento nel pomeriggio.
Il tempo di dare uno sguardo alla guida e uno alla cartina giusto per non rischiare di prendere il sentiamo sbagliato e sono pronto per la prima passeggiata seria da quando sono a Gressoney.

La scelta e ricaduta sulle sorgenti del Lys, il torrente che solca tutta la valle fino a Point Saint Martin. Si parte da Stafal, la frazione più alta di Gressoney la Trinité, meta forse più conosciuta dagli sciatori accaniti perché snodo principale del carosello del Monterosa Sky.

Decido di affrontare la passeggiata da solo, godendomi il paesaggio e rilassandomi durante l’ascensione. Pensandoci ora non avrei potuto fare scelta migliore.
I suoni della natura che accompagnano gli innumerevoli passi fino in cima sono il modo migliore per liberare la mente. Decido di lasciare a casa l’orologio per non farmi condizionare neppure dal tempo che passa.
Porto il cellulare ma lo ripongo in uno scomparto all’interno dello zaino: non mi voglio distrarre.

La salita, mio malgrado, non nasconde difficoltà: l’affanno si fa sentire e mi costringe a fare qualche pausa lungo il cammino.
Non è un problema: in realtà era facile da prevedere dopo un anno nel quale lo sport non è certo stato protagonista della mia vita. Non sono molto contento di me stesso e mi ripeto spesso che devo rimettermi a fare movimento serio ma far risuonare dentro di me il mantra non mi aiuta a proseguire.
La mia intenzione è di arrivare fino alla fine, a prescindere dal tempo che impiegherò per arrivare in cima. Circa un’ora prima della vetta, decido di non strafare e mi fermo per una pausa rilassante: mangio, prendo il sole e mi leggo qualche pagina del libro che mi sono portato dietro.

L’arrivo della camminata, però, è ancora un lontano e quindi rimetto tutto nello zaino e mi preparo a proseguire. Dopo circa quarantacinque minuti raggiungo la meta.
Sono sotto il ghiacciaio e la soddisfazione è grande semplicemente perché mi ero imposto di raggiungerla e ci sono riuscito, nonostante un po’ di difficoltà. Seduto, mi godo quel paesaggio che mi trovo davanti: la montagna mi affascina da sempre con il suo impotente silenzio. Non riesco a non pensare quando mi trovo in situazioni come quelle ed è esattamente ciò che cercavo da questa giornata.

Qualche nuvola compromette la giornata che fino a quel punto era stata stupenda e mi pare un chiaro segnale per incominciare la discesa.

Torno a casa distrutto ma felice. E’ stata una giornata stupenda e sono riuscito a fare una cosa che non riesco a fare molto spesso: lasciar parlare il silenzio. 

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Villa San Carlo Borromeo a Senago

Villa San Carlo Borromeo - Senago

Piacevole pomeriggio culturale all’insegna della (ri)scoperta di un gioiellino del quale  avevo dimenticato l’esistenza, la Villa San Carlo Borromeo di Senago. Sapere che ad una manciata di chilometri da casa propria ci sia una villa che ha ospitato gente del calibro di Leonardo da Vinci e Manzoni fa sempre un certo effetto.

Se siete interessati ad approfondirne la storia, date un’occhiata qui. Di seguito il mio photo set della visita.

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La tettonica dei pensieri

Marc si sedette sul settimo gradino. I suoi pensieri si urtavano, si accavallavano oppure si allontanavano gli uni dagli altri. Come le placche della crosta terrestre, tutte impegnate a slittare su quella roba scivolosa e calda che c’è sotto. Sul mantello incandescente. E’ spaventosa questa storia di placche impazzite sulla superficie della terra. Non c’è verso di farle star ferme. La tettonica delle placche, si chiama così. La tettonica dei pensieri. Gli slittamenti continui e ogni tanto, inevitabilmente, il pigia pigia. Con le seccature che ne conseguono. Quando le placche si discostano, si ha un’eruzione vulcanica. Quando le placche si scontrano, idem.

FRED VARGAS, Chi è morto alzi la mano [pag. 100], 2006 EINAUDI

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Buona Pasqua

https://www.youtube.com/watch?v=8KX2-J6uS-o

Quest’anno la Pasqua proviamo a festeggiarla così? Io ci sto. Uno di quei video che ti danno la carica e infondono positività a chi lo guarda. A prescindere da credo religioso, abbiamo tutti bisogno di vivere qualcosa di bello!
Auguri a tutti!

[Via]